Intervento di mons. Staglianò, per la Commemorazione dei caduti il 4 Novembre 2018

Domenica 4 novembre, in occasione della festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale, la città di Noto ha ricordato questo evento con una Messa nella Chiesa del Pantheon e l’omaggio floreale al Monumento dei Caduti di corso Vittorio Emanuele e alle targhe commemorative dedicate a Luigi Adorno e Francesco Maiore, netini caduti in guerra, fuori Palazzo Ducezio.
Davanti al monumento dei Caduti si è celebrato il momento commemorativo con la partecipazione della autorità civili e militari. Presente anche il nostro vescovo, mons. Antonio Staglianò, del quale pubblichiamo, di seguito, l’intervento.
 
 
Carissimi, il 4 novembre giornata dei Caduti della Grande Guerra diventa una metaforaper la nostra vita in questa società: chi sono i caduti? I caduti sono quelli che da vivi sono morti per un ideale di pace e, talvolta, sono andati a guerreggiare anche dentro la prospettiva di un dominio. 
Se tutto questo oggi diventa metafora, vuol dire che in questa festa noi onoriamo anche tanti altri caduti di “guerre invisibili”, che vengono perpetrate nei nostri territori, anche nella nostra città, nella nostra nazione. Penso, per esempio, ai caduti della corruzioneche ha organizzato una grande guerra contro gli esseri umani.
Rovina il ponte a Genova e ci sono persone che cadono: morti, caduti. Piove troppo, scende dia cieli troppa acqua in Calabria, in Sicilia (ieri a Palermo due gruppi familiari, anche bambini sono morti) e nel Nord d’Italia e gente muore, è abbattuta, è caduta.
Non sono questi i caduti della guerra che la corruzione nella nostra società sviluppa anche oggi? Ecco io direi guardiamo in profondità alla memoria di questi Caduti, perché le guerre non sono solo quelle dei focolai di violenza che in tutto il mondo si stanno compiendo. Giustamente Papa Francesco parla di una terza guerra mondiale realizzata a pezzi. C’è guerra laddove l’umanità degli esseri umani non viene riconosciuta. 
Ci sono i Caduti anche del nostro linguaggio: si sente parlare di giustizia, di democrazia, di diritti umani; bene, ma quanti sono i caduti di un linguaggio che ormai non si comprende più? Ognuno di noi ha in mente un concetto di democrazia, ma tantissime altre persone hanno in mente altri concetti di democrazia: per la democrazia, per esempio, in alcune nazioni, un giovane può prendere un’arma che ha a disposizione entrare in una scuola e sparare e fare tanti morti
E che dire dei diritti umani! Che bella parola! Cos’è i diritti umani di un essere umano per questi nostri fratelli che vengono sulle nostre coste? Secondo papa Francesco devono essere accolti, assolutamente accolti tutti, e dopo averli accolti sapremo risolvere tutti i problemi che portano. Ma se sono esseri umani vanno accolti.  Eppure per atteggiamenti di non accoglienza molti di questi di sono morti, caduti. Quanti caduti nella guerra che alcuni stanno facendo alla dignità umana, per interpretare i diritti umani a modo proprio. Oggi, infatti, nella società liquida tutti parliamo con le stesse parole, ma ognuno di noi è abilitato specialmente nei social networka dare alle parole che usa il significato che vuole, del proprio interesse. Perciò ci sono caduti anche del nostro linguaggio, che ormai non riferisce più le cose vere della vita, ma soltanto le chiacchiere con cui noi parliamo e ragioniamo.
E si potrebbe continuare su questi Caduti, chiudo qui per dire: ritorniamo a pensare, perché la crisi del pensiero e quindi la crisi anche del linguaggio umano porta tante persone a cadere.  Nella rissosità della politica in cui una persona che si vuole impegnare, viene immediatamente ucciso abbattuto dentro il chiacchiericcio e il dileggio delle fake news e delle post-verità.
Quanti caduti, veramente caduti, a causa delle chiacchiere che scriviamo e leggiamo in un mondo che non sa più dire la verità.
Bene, nella memoria dei Caduti rafforziamo, come è stato già detto, i nostri sentimenti di amicizia, di fraternità, di comunione e di amore. E per noi che siamo Cristiani, per quelli che vogliono essere cristiani e qui mi riferisco ai cristiani non tanto ai cattolici, perché ci sono pure tanti cattolici non cristiani, tanti cattolici convenzionali che pure vanno in chiesa e fanno: “bla bla bla! Padre nostro che sei nei cieli sia fatta la tua volontà se coincide con la mia se no proprio non se ne parla; caro Padre, caro Dio. Perdonami che io perdono, ma io non perdono, non ho perdonato e non perdonerò!”. Insomma sulla bocca abbiamo tante chiacchiere e tante parole però il nostro cuore come dice il profeta: «sulle labbra hai parole dolci come il miele – amore, amicizia, fraternità – ma nel cuore hai la guerra dentro!».
Ebbene, rivolgendomi ai cattolici che vogliono essere veramente cristiani, seguaci di Gesù, io dico: superiamo tutto ciò che nel nostro cuore ci porta istintivamente a odiare, a escludere gli altri, a disprezzare gli altri, a causa di questo istintivo e nativo fattore D (dark/oscuro) di cui ci hanno spiegato recentemente grandi scienziati danesi e tedeschi: il fattore D è questo nucleo oscuro della nostra personalità che ci porta a massimizzare i nostri interessi, alla faccia del dolore e della sofferenza degli altri. Non è questa l’origine ultima di ogni guerra, anche di quelle che ci facciamo nel nostro ambito domestico, parrocchiale e cittadino?
La guerra vuole affermare il proprio interesse che sia economico che sia politico, di potere, in faccia al dolore alla sofferenza e alla morte degli altri. Ostacoliamo questo fattore, e l’unica via che noi possiamo proporre, per ostacolare questo fattore D, è l’amore, l’amore vero che in Gesù noi contempliamo Crocifisso, lui che spinge il dono della vita fino a morire per tutti, fino a cadere per tutti. Guardando al Caduto per eccellenza, Gesù di Nazareth sulla croce abbiamo speranza per tutti i caduti del mondo, perché Gesù sulla croce solidarizza con gli innocenti ed espia anche per i colpevoli.
Grazie.