Omelia del vescovo per la commemorazione dei defunti

 In occasione della commemorazione dei defunti, lo scorso 2 novembre, il nostro vescovo, mons. Antonio Staglianò, ha celebrato una Messa al Cimitero di Noto. 
Nella sua omelia, ha posto l’accento su una dimensione della fede cristiana spesso trascurata, perché legata alla questione della morte: la vita eterna, il paradiso, come ha più volte ripetuto nel corso della sua riflessione. Il paradiso come destino dell’uomo che in questa vita impegna la sua esistenza nell’amore donato ai fratelli e nel perdono offerto persino ai nemici, per somigliare sempre meglio a Cristo.
Il vescovo ha ricordato come senza questo amore, regni solo la morte e la sua corruzione che si insinua in ogni dimensione della vita. “Non aspettare di morire per amare” ha esortato mons. Staglianò, poiché la vita sulla terra e breve e il rischio è di vivere ma come “morti”, dentro un cristianesimo formale e convenzionale, ma senza fede, senza cuore, senza speranza.
 
Di seguito l’incipit dell’omelia di mons. Staglianò, mentre in allegato la si può leggere integralmente.
 
Cari fratelli e sorelle, 
la commemorazione dei nostri fratelli defunti è per la nostra vita di cristiani un momento di grande gioia, perché nella loro memoria, noi vediamo la speranza della risurrezione di Gesù e quindi del nostro destino. 
Dove siamo destinati noi? Cioè, dov’è che siamo convocati, chiamati tutti? Forse alla morte? No, alla vita eterna. 
 
Sola nel mondo eterna, a cui si volve 
Ogni creata cosa,
In te, morte, si posa 
Nostra ignuda natura”.
(G. Leopardi, Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie, l824)
 
Così Leopardi, pessimista, nichilista, uno che non crede che al di là della siepe ci sia qualcosa, giustamente dice…