Le nostre nozze: consapevolezze e bellezze

Orientando lo sguardo al nostro percorso di fede, possiamo dire con certezza che il Signore ci accompagna e, rispettandoci, ci indica la via. Leggendo Amoris Laetitia troviamo particolarmente edificante scorgere tante indicazioni e orientamenti semplici e pratici che abbiamo tentato di applicare nel nostro cammino a due.
Siamo una coppia che ha celebrato il sacramento delle nozze 26 anni fa, anche se le nostre vite si sono incrociate più di 30 anni fa. Ci siamo conosciuti all’interno di un gruppo giovanile parrocchiale e il cammino compiuto ci ha permesso di dare nome ai nostri sentimenti ed emozioni. E quando abbiamo deciso di sposarci, ci siamo impegnati per un “per sempre”, per condividere e costruire insieme tutta l’esistenza (AL 123). Tuttavia, poco dopo il matrimonio, le nostre diversità diventarono occasioni di scontro, sia per ciò che pensavamo, sia per come agivamo; consapevolizzare queste differenze ci ha confermato che siamo molto diversi. Da qui è nato il bisogno di riconoscere, accogliere e armonizzare ogni nostra diversità perché la nostra relazione potesse consolidarsi e radicarsi in una continuità che non è mai monotonia o abitudine.
AL al 137 dice: “sviluppare l’abitudine di dare importanza reale all’altro e crescere nella capacità di ascoltarsi e darsi attenzioni”; noi abbiamo compreso la necessità di dedicarci un tempo di qualità in cui dialogare e decidere insieme. Contestualmente, è stato importante cogliere la sacralità dell’altro e non il bisogno di possederlo (AL 127) imparando invece a valorizzarlo e promuoverlo affinché possa realizzarsi in quanto figlio di Dio. È stata anche necessaria quella flessibilità che ci ha consentito di modificare o completare le nostre opinioni (AL 139); e che dire poi degli ingredienti indicati da papa Francesco, quelle paroline quasi magiche chiamate ‘parole chiave’, che abbassano i muri e sciolgono ogni rigidità: “permesso, grazie, e scusa” (AL 133)? Abbiamo imparato ad usarle sia tra di noi che con le nostre figlie, cercando di rivolgere anche ad altri queste delicate attenzioni. A volte tutto questo è facile, ma il più delle volte è proprio una sfida che richiede di lottare, reinventarsi e ricominciare (AL 124).
Ad un certo punto il Signore ci ha fatto comprendere che la chiave che dà senso, coerenza e completezza ad ogni nostro impegno di cristiani è proprio da riscoprire nel sacramento delle nozze, accogliendo la Sua compagnia nella nostra vita di coppia.
Ci piacerebbe che tutti gli sposi scoprissero la grandezza della loro chiamata: per questo offriamo alcune citazioni che per noi sono state illuminanti:
– Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amato. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la carità coniugale. AL n. 120
– Nell’epiclesi di questo sacramento (matrimonio) gli sposi ricevono lo Spirito Santo come comunione di amore di Cristo e della chiesa. È Lui il sigillo della loro alleanza, la sorgente sempre offerta del loro amore, forza in cui si rinnoverà la loro fedeltà (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1624).
Grazie a queste parole ci siamo resi conto di non essere soli e che il Signore, benevolo e sempre amante, ci ha dato segno della Sua presenza e del Suo desiderio di camminare con noi; abbiamo così cercato di pregare insieme e di imparare ad affidarci a Lui.
Oggi, con i nostri abbondanti limiti umani e le nostre bellezze, sentiamo il desiderio e la responsabilità di essere strumento per fare conoscere ai fratelli l’Amore che il Signore ha per gli sposi e le famiglie, per essere insieme fratelli e costruire insieme la chiesa quale famiglia dei figli di Dio.

Giovanna e Gianluca
Melilli