Monastero di Paganica. Testimonianza delle Clarisse

Ormai sapete delle conseguenze disastrose del terribile terremoto del 6 aprile per Paganica, L’Aquila e numerosi territori dell’Abruzzo. Il nostro Monastero ha subito il crollo del tetto e di altre parti, compresa la Chiesa, rendendo il tutto completamente inagibile. In un istante siamo state spogliate di tutto, ma il dolore più grande è la perdita della nostra amata Madre Maria Gemma Antonucci, nostra colonna e sostegno. Siamo vive per miracolo, salvate dalla carità e dal coraggio dei soccorritori che ci hanno estratte dalle macerie. Diverse di noi sono ferite e abbiamo la certezza che la Madre, come il buon pastore, ha dato la sua vita perché le sue pecore fossero salve. Madre Gemma era una donna profondamente innamorata di Dio e vera Sorella Povera di S. Chiara. Negli ultimi tempi ci parlava spesso dell’eternità e della vita beata in Lui. Il Signore l’ha preparata a questo abbraccio definitivo. Nata a Crecchio (CH) il 16 settembre 1947 da Iolanda e Guerino, ultima figlia dopo Renato e Camillo. Desiderava appartenere a Dio solo e nonostante l’opposizione netta della famiglia, entrò dalle Clarisse di Pollenza (MC) il 28 ottobre 1968 ed è stata Maestra delle novizie. Donna laboriosa ed umile, dal sorriso schietto e caldo, amante della preghiera, aveva dentro di sé un forte spirito missionario che la spingeva ad andare incontro a chiunque ne avesse bisogno. La raggiunge un’ulteriore chiamata di Dio quando accoglie l’appello di aiuto delle clarisse dell’Aquila ormai ridotte a sei sorelle e tutte molto anziane. E’ il 1994, anno centenario della nascita di S. Chiara. Una nuova chiamata di Dio viene accolta quando in questa povertà, il nostro cappellano dell’epoca P. Gabriele Marini o.f.m., durante una Celebrazione Eucaristica, pensa alla possibilità che le sorelle possano lasciare il centro storico per trasferirsi a Paganica (frazione dell’Aquila) nel Convento dei frati, ormai chiuso, immerso nel verde e nel silenzio. Fin dal 1447 la Beata Antonia, fondatrice del Monastero insieme a San Giovanni da Capestrano, aveva abbracciato la Prima regola di Santa Chiara, e nel corso dei secoli le sorelle ne hanno custodito il corpo incorrotto. Per tutto questo viene detto un sì fiducioso e sofferto dalle sorelle anziane. Nel pieno abbandono nelle mani del Padre e in obbedienza alla Sua Parola che ci chiedeva un nuovo esodo facciamo il nostro ingresso a Paganica il 16 luglio 1997. In questo passaggio entra la prima giovane sr. Rosa Maria Chiara Tufaro, ora vicaria, e poi negli anni successivi, sr. Chiara Antonella, sr. Maria Giuseppina, sr. Chiara Ilaria, che si prepara alla Professione Solenne il 2 agosto, sr. Maria Laura, Professa Temporanea, sr. Chiara Francesca, novizia di primo anno, e Sandra, postulante. Anna si preparava ad entrare in Monastero il 3 maggio e desidera con forza abbracciare la povertà con noi. Infine gli altri due pilastri della fraternità sono sr. Maria Geltrude di 92 anni e sr. Maria Paola di 99 anni. Ogni giorno di questi anni a Paganica abbiamo sperimentato i segni dell’Amore di Dio. La struttura era vecchia e aveva bisogno di grossi interventi di restauro. Non siamo riuscite ad avere finanziamenti e abbiamo fatto quanto era possibile lavorando con le nostre mani (facevamo le icone scritte e con le stampe) e sperimentando nel quotidiano la Provvidenza che mai ci abbandona, come ci diceva sempre Madre Gemma. Donna di comunione e di relazione, pur essendo giovani ci ha rese responsabili e, larga di vedute, sapeva cogliere sempre il nuovo come lo Spirito suggeriva alla nostra fraternità, per essere segno e testimonianza in terra d’Abruzzo, favorendo incontri e veglie di preghiera. Il terremoto, in un istante, ha spazzato via ogni cosa: gli affetti, la casa, la Chiesa, i progetti immediati per il futuro, ma non ci ha strappato la speranza e quella stessa fiducia in Dio Padre, del quale ci sentiamo figlie amate. Desideriamo ritornare a Paganica e di lì ripartire per essere una piccola luce che illumina la notte e un seme di speranza; ricostruire proprio quel luogo per il quale la Madre ha dato la sua vita fino in fondo affinché il chicco di frumento, caduto in terra, porti molto frutto e il “vaso di alabastro spezzato” continui a spargere il suo profumo. Grazie a Madre Gemma, grazie a tutti coloro che si prodigano nello stringersi intorno a noi con la preghiera, l’affetto e la carità! Preghiamo affinché questa Pasqua, vissuta nella carne insieme con Cristo crocifisso, porti quella vita più forte di ogni morte e che la gente dell’Abruzzo possa risorgere con Cristo dalle macerie. 

Le vostre sorelle povere di Paganica