La comunità diocesana di Noto segna una nuova tappa nel cammino sinodale tracciato dalla Chiesa italiana e universale sulla scia degli orientamenti di Papa Francesco. Dopo il primo anno, vissuto nella “fase dell’ascolto”, il secondo anno è quello della “fase narrativa”. “Siamo tutti dentro una storia che da duemila anni è riuscita a cambiare la vita dell’umanità, a suscitare santi che hanno rivoluzionato il mondo. Piccoli uomini e donne che, fedeli ad un impegno, hanno fatto del vero discepolato, la legge della loro vita. Testimoni fino alla fine!” sottolinea monsignor Salvatore Rumeo nella Lettera in occasione del convegno diocesano di inizio anno pastorale sul tema E la misericordia si fece strada: in cammino verso Emmaus che si terrà a Pozzallo dal 20 al 22 settembre. “Dobbiamo avere il coraggio di tornare alle origini della nostra storia, non dobbiamo aver paura di annunciare il Vangelo in ogni circostanza e in ogni ambiente! È la vocazione della Chiesa e di ogni battezzato – aggiunge il vescovo di Noto -. Solo così possiamo «cambiare il mondo dal di dentro» come affermava San Paolo VI”.
Proprio da Pozzallo, “città dal cuore spalancato sul Mediterraneo e sulle sue disumane tragedie” riparte un anno impegnativo, ma che si prospetta ricco di frutti pastorali: “Sia di monito a tutta la comunità diocesana perché le porte delle nostre comunità restino aperte, perché lo stile evangelico dell’accoglienza non sia un semplice monito verbale ma Vangelo che si fa carne” aggiunge Rumeo. Il convegno diocesano d’inizio anno pastorale sarà vissuto in chiave di assemblea sinodale con la formazione, dopo la relazione del primo giorno di monsignor Erio Castellucci, vice presidente della Cei, di tavoli sinodali con i membri dei consigli pastorali parrocchiali e vicariali e i rappresentanti delle aggregazioni laicali e delle altre componenti della comunità. A livello vicariale, il secondo giorno, i gruppi sinodali si confronteranno sulle cinque “costellazioni tematiche” lanciate dalla Cei nelle nuove Linee guida per una prima fase di discernimento sulle tematiche proposte. Le sintesi degli otto vicariati, confluite nella assemblea finale diocesana, il terzo giorno, costituiranno la base per il successivo lavoro di confronto e discernimento da continuare lungo i tempi forti del nuovo anno liturgico. Un laboratorio sinodale a cielo aperto vissuto nelle parrocchie, all’interno del percorso formativo dei fidanzati nel corso di preparazione al matrimonio e di accompagnamento delle coppie, specie giovani, e di genitori in vista del loro impegno educativo. Altrettanta attenzione è stata data alla famiglia, specie ai casi di situazioni “irregolari”, con la richiesta di un approccio di comprensione e tenerezza e non di giudizio, che sappia accompagnare e integrare le persone che vivono in queste situazioni nella vita della comunità. Dalla formazione spirituale al servizio: la riflessione sulla diaconia ha motivato forme di attenzione verso anziani, bambini, in alcuni casi coinvolti in prima persona nella riflessione sinodale, e persone che vivono situazioni di dolore e sofferenza o nuove forme di povertà: la solitudine come nel caso di padri di famiglia che hanno subito il dramma della separazione. Altro nodo è quello dell’accoglienza verso i migranti dei Paesi in via di sviluppo e dei profughi delle guerre in atto, in particolar modo di famiglie e gruppi di bambini provenienti dall’Ucraina, e forme di vicinanza e attenzione verso il prossimo, come ad esempio il servizio delle “sentinelle della carità” nei quartieri delle parrocchie.
“E poi la variegata e complessa realtà del mondo giovanile. Ci si è accorti della necessità di donare ai nostri giovani esperienze concrete di testimonianza di vita che risultino di efficace sprone a vivere una vita di fede e un cammino pienamente cristiano – spiega don Ignazio La China, responsabile del comitato diocesano -. Interessanti le esperienze di confronto sinodale in qualche parrocchia con le scuole, tra genitori e insegnanti, con la creazione di percorsi di accompagnamento per le famiglie i cui figli risultano carenti nell’integrazione scolastica e vittime di bullismo e fenomeni denigratori. In altre parrocchie l’esperienza dei Cantieri Educativi ha permesso di venire incontro al bisogno di accompagnamento scolastico di fanciulli, in maggior numero figli di immigrati, diventando luogo di incontro e dialogo, dando spazio a veri e propri momenti di comunione con famiglie immigrate, nello scambio culturale, delle tradizioni, al fine di implementare un fattivo ed originale cammino con l’altro anche quando questo è il diverso per etnia, nazione e religione”.
Tratto da “Avvenire” del 20 settembre 2023
Vincenzo Grienti