Noto. Il Vescovo visita i “camminanti”

 Già da qualche giorno, mentre Noto si veste di fiori e accoglie le solite migliaia di visitatori, circola la notizia della visita di Mons. Staglianò alle case dei cosiddetti “camminanti”, avvenuta nel corso della settimana scorsa. In piena Visita Pastorale, il Vescovo di Noto, accompagnato dai sacerdoti e laici che operano nei differenti settori pastorali, ha visitato molti ammalati e famiglie, tra cui quelle dei “camminanti”, residenti nel territorio della chiesetta delle Anime sante.
Trepidazione e gioia da parte delle persone che si sono trovate a ricevere il loro Pastore in un piccolo sprazzo della loro quotidianità, senza fronzoli e orpelli, senza troppo rumore. Il Vescovo è entrato nelle loro case, si è seduto con loro sul ciglio delle porte. Insieme alle donne, agli uomini e ai loro bambini, si è trattenuto a lungo per buona parte del pomeriggio.
I “camminanti” si trovano a Noto da tempi remoti e vivono la città come cittadini residenti. Tra loro esistono due differenti “razze” – come ha avuto modo di raccontarci la sig.ra Angela )nome di fantasia). Un primo ceppo, comprende coloro che rimangono stabili a Noto tutto l’anno e lavorano vendendo piccoli oggetti in bancarelle ambulanti lungo il corso, o chiedono l’elemosina lungo le strade. Un secondo ceppo invece comprende un folto gruppo di loro (davvero la maggior parte) che da febbraio a ottobre lasciano la città (con camper e caravan) per andare a “lavorare” nel resto d’Italia. Mete molto gettonate da questi ultimi sono la Calabria, la Campania e la Lombardia. Lì si dedicano a fare gli arrotini e gli ombrellai porta a porta.
Il Vescovo è stato contento di scambiare qualche parola con loro, ne ha approfittato per raccontare – specie ai bambini – di Gesù e del suo amore verso i più piccoli e i più deboli, oltre che del suo comandamento nuovo: il comandamento dell’amore.
A deliziare i presenti è stata poi la piccola Maria, di anni 7, che ha letto per tutti alcune filastrocche e storielle. Al termine dell’incontro, il piccolo Filippo, di anni 8, ha voluto fare dono al Vescovo del suo “fidget spinner”, un giochino – che dicono essere antistress – che sta molto andando di moda nell’ultimo periodo.
Quella dei “camminanti” è a Noto una realtà molto vasta, che conta oltre 7000 anime tra stagionali e residenziali. “La Chiesa territoriale, cosa potrebbe fare per loro?” – ha ripetutamente chiesto il Vescovo ai suoi accompagnatori. Già da parecchi anni un piccolo gruppo di laici si interessa di aiutare i bambini nell’alfabetizzazione, con corsi di doposcuola e avviamenti al lavoro professionale. Davide, seminarista impegnato pastoralmente nel loro quartiere, ha avuto modo di mettere a conoscenza il Vescovo del grande contributo che i “Fratelli di Madre Teresa” (Fratelli Missionari della Carità) hanno apportato al quartiere fino agli anni ’90 del secolo scorso. Tuttavia oggi sembra si siano fatti passi indietro riguardo l’integrazione di questi nostri fratelli.
“Dobbiamo pensare a come poterci muovere per venire loro incontro – ha proferito il presule – fanno parte della nostra pastoralità, non possiamo dimenticarli o far finta che non ci siano”. Un impegno e una scommessa quotidiana per questa realtà che – come emerso e verbalizzato in uno dei discorsi di benvenuto fatto dai consigli pastorali della Comunità di Parrocchie – “a volte cerchiamo di dimenticare o di credere che non esista, a causa del fatto che ci è scomoda”. Un impegno che la Chiesa, guidata dal suo Vescovo, ha voluto assumersi.