Uno degli oneri/onori della Chiesa Cattolica è – specie negli ultimi decenni – la costruzione di nuovi edifici adibiti al culto e alla vita parrocchiale. Ed è un problema sempre attuale per la Comunità cristiana soprattutto in questo tempo in cui le forme e le funzioni dello spazio liturgico chiedono di essere ripensate in base alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II, nonostante siano già passati più di cinquant’anni.
La Chiesa italiana è sicuramente quella che vanta di ereditare un impareggiabile tesoro di tradizioni architettoniche e artistiche che nei secoli – specie proprio in ambito religioso – l’ha vista essere la più grande mecenate. Ma essa, oltre conservare le testimonianze del passato, si impegna anche ad accogliere le migliori proposte che l’arte contemporanea avanza al servizio del culto. Nella ricerca di un autentico rinnovamento in questo campo, la nostra Diocesi negli ultimi anni ha visto sorgere ex-novo due chiese, con annessi locali per gli organi parrocchiali, oltre che la ristrutturazione di numerosissimi siti antichi e del secolo scorso, e tra questi ultimi, la chiesa dell’Ecce Homo al Pantheon di Noto, inaugurata con la benedizione del nuovo altare lo scorso 4 novembre.
Sono la chiesa dedicata a S. Maria Eleusa, con annesso il centro studi “Rosmini”, siti in Portopalo e la chiesa di S. Giorgio, anch’essa con complesso oratoriale, in Donnalucata (Scicli), i due edifici sacri costruiti durante l’episcopato di Mons. Staglianò. Concepiti, costruiti ed inaugurati in tempi abbastanza brevi, grazie anche all’apporto della Conferenza Episcopale Italiana. Attualmente la Diocesi di Noto ha anche due cantieri aperti: S. Massimiliano Kolbe, in Modica, e una nuova chiesa per Frigintini (Modica). I lavori nei rispettivi cantieri rappresentano socialmente un’occasione per creare lavoro e garantire così il sostentamento di molte famiglie.
Di tanto in tanto, come questa mattina, il nostro Vescovo si reca a visionare i lavori, alla presenza dei direttivi tecnici e dei responsabili di cantiere. Anche questo un luogo dove “lavorare” pastoralmente, specialmente visto che a breve da cantieri si trasformeranno in edifici adibiti al culto, per i quali sarà riservata venerazione e decoro sacro.