Ottava Giornata Diocesana della Gioventù, intervista a Mons. Antonio Staglianò e ai giovani

In occasione dell’ottava Giornata Diocesana della Gioventù, svoltasi a nel Corso principale di Modica sabato 9 maggio 2015, dedicata al delicato tema della bellezza e dei nuovi registri comunicativi per raggiungere i giovani, abbiamo riservato un momento di riflessione attraverso alcune interviste. L’intervista a Mons. Antonio Staglianò, svolta dopo il momento di gioia e condivisione sul palco in cui le canzoni cantate da Sua Eccellenza hanno unito il messaggio cristiano a quello giovanile, ha evidenziato la sua visione moderna della comunicazione del Vangelo ai giovani. Subito dopo, rivolgendoci ad alcuni giovani intervenuti alla giornata, abbiamo trovato opinioni molto positive colme di entusiasmo e offerte con grande collaborazione, testimonianza di un forte desiderio di comunicazione da parte dei ragazzi a dire la propria sui temi salienti.

 
 
 
Sua Eccellenza, in questa ottava Giornata della Gioventù, qual’è la sua idea di bellezza legata al nuovo registro comunicativo per i giovani?
Beh, già il canto è bello, crea emozioni, crea ritmo interiore, la bellezza ha a che fare con questi movimenti, non solo del corpo ma anche dell’anima, dell’intelligenza e della parola. Ci siamo sforzati anche quest’anno di scoprire parole con grande significato umano, lavorando su queste canzonette di Sanremo che come stiamo dicendo “non sono solo canzonette”, nella misura in cui interpretano aspirazioni, ansie, talvolta anche sofferenze degli esseri umani, sono parole attraverso le quali noi vorremmo poter comunicare il Vangelo. È chiaro che noi interpretiamo queste parole a partire dal messaggio di Gesù, quindi leggiamo alla luce del Vangelo tutto ciò che attraverso queste parole interpretiamo nell’esistenza dei giovani di oggi. L’aspetto interessante di questa comunicazione sta nel fatto che queste parole i giovani già le hanno dentro, ce le hanno nella testa e ce le hanno anche nell’anima, perché le cantano quotidianamente, le hanno già memorizzate, quindi senza nemmeno pensarci le utilizzano nella loro vita. Quindi farle in qualche misura venir fuori, portare fuori, e far capire loro che hanno un contenuto umano e perciò hanno un contenuto cristiano, questo è molto significativo per portare i giovani al Vangelo e il Vangelo ai giovani.
 
La bellezza di essere umani e la bellezza di essere guerrieri, ringraziamo Sua Eccellenza per questa intervista e procediamo adesso con le interviste ai giovani.
Grazie a voi.
 
Ragazzi cosa vi ha lasciato questa giornata della gioventù?
• Innanzitutto l’amore che Dio ha per noi, un amore infinito, che secondo me noi non ce ne accorgiamo. Purtroppo non ce ne accorgiamo perché, io credo che Gesù sia anche un po’ pazzo, pazzo d’amore per noi, fino ad arrivare a morire in croce, quindi, penso che la croce già e tutto quello che c’è prima, la flagellazione, la condanna, sono già segni di quell’amore infinito che Gesù ha per noi e credo che questo già serva a tutto e secondo me non bisogna magari vergognarci perché se Lui è morto e ha fatto questa fine, Lui che era il re e poteva dire “chi me lo fa fare”, poteva dire benissimo “Dio manda i tuoi angeli, salvami” e non l’ha fatto, quindi a noi non costa nulla magari batterci un po’ per Gesù.
 
• A me ha lasciato un messaggio fortissimo, quello intanto di amare sempre, amare indifferentemente chi ti piace e chi non ti piace, tralasciando i pregiudizi che sono una cosa molto brutta. Quando tu con i pregiudizi non puoi più riuscire ad amare una persona se hai già un’idea di essa, perciò amare incondizionatamente come ha fatto Dio e come ha detto il mio amico prima, amare sempre.
 
• Mi ha lasciato molto, soprattutto mi ha insegnato a saper mettere una pietra sopra su una discussione, un litigio, perché comunque quello che ci insegna Gesù e quello che vuole è che noi siamo come Lui e Lui sicuramente non si metteva magari a insultare qualcuno, oppure non aveva pregiudizi su qualcuno e quello che dovremmo fare tutti noi è che dovremmo seguire sempre la Sua strada, perché quando abbiamo bisogno di qualcuno e di parlare con qualcuno sappiamo che Lui c’è sempre ed è sempre accanto a noi, quando vogliamo rivolgerci a Lui sappiamo dove andare, la nostra seconda casa è sempre la nostra parrocchia. Magari quando ci sentiamo un po’ sporchi dentro, perché tutti siamo in grado di peccare, tutti lo facciamo, sappiamo che Lui ci perdona sempre, per noi è come una gomma che cancella i tutti i nostri peccati.
 
Ragazze, siamo qui per sapere da voi cosa ne pensate del nuovo registro comunicativo del Vescovo, le canzoni e il nuovo modo di coinvolgere i ragazzi.
• Sicuramente è un mezzo di comunicazione molto più vicino a noi giovani, perché la classica omelia spesso un pochino ci annoia, vuoi o non vuoi ti distrai, invece in questo modo si arriva direttamente al cervello giovane.
 
• Sono d’accordo, sicuramente è un mezzo molto più diretto, i ragazzi sono anche un po’ più coinvolti e poi, almeno da parte mia, ho visto che a lui piace, si ritrova molto in quello che fa, gli piace molto cantare e questo passa anche ai ragazzi.
 
• Beh sì, in effetti la penso come loro, è un modo per attirare un po’ tutti noi, per farci stare comunque attenti ad ascoltare i messaggi che vuole trasmetterci col canto è più semplice.
 
Adesso chiederemo ai ragazzi, in merito anche all’intervento di Ezio Aceti, cosa hanno imparato oggi sulla bellezza.
 
• Abbiamo capito oggi che la bellezza è qualcosa di innato, che è dentro di noi e che dobbiamo riuscire a tirar fuori con l’amore e con la comunione verso il prossimo.
 
• Abbiamo imparato soprattutto che ognuno di noi ha una bellezza, sta però noi a concretizzarla, esternarla, perché talvolta non ci piacciamo anche per merito degli altri, ma ognuno ha una bellezza, sia interiore che esteriore.
 
• Grazie all’intervento anche del nostro Vescovo abbiamo capito che la bellezza la possiamo trovare in Dio e in Gesù Cristo dove, appunto, possiamo trovare conforto e una fonte di bellezza come simbolo di vita umana e di ispirazione per tutti noi.