Viviamo in un tempo di disorientamento, anche nella Chiesa cattolica: in tanti si chiedono «se questo cristianesimo è ancora cattolico». Il riferimento esplicito è al Magistero di Papa Francesco che, per costoro, rischia addirittura l’eresia e comunque sembra gettare confusione nelle idee (troppo) chiare e distinte di molti cattolici doc. All’opposto, si vorrebbe qui capire «se il nostro cattolicesimo è davvero cristiano». La domanda seria è posta sulla qualità spirituale e autenticità del cristianesimo che vogliamo vivere: alla sequela di Gesù, nell’obbedienza al suo comandamento dell’amore (“amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”). (…)
Se il cattolicesimo perde progressivamente questo “nucleo incandescente” del cristianesimo rischia di scadere in un “buco nero” da cui è risucchiato, per avere perso – come accade a ogni stella quando non brucia più – la forza di amore che le permetteva di resistere al male del mondo. Allora il cattolicesimo non sarebbe più cristiano, perché non sarebbe il vangelo di Cristo il motore del suo movimento: non sarebbe Cristo il Sole la cui massa curva lo spazio-tempo del cattolicesimo e lo fa “girare intorno a sé stesso e intorno al sole”. Per i cattolici, restare cristiani è vitale. (…)
La pop-Theology “serve” il popolo di Dio, quando con umiltà istruisce sull’interrogativo fondamentale: ma questo mio cattolicesimo è davvero cristiano? Oppure dove/quando posso constatare che attraverso il mio cattolicesimo sto vivendo una esistenza cristiana? Quali sono le esperienze che fanno brillare il cristianesimo?
In Pop-Theology 6 raccolgo “appunti e riflessioni” che dovrebbero aiutare a rispondere a questi interrogativi, così decisivi per la fede oggi.