Un sussidio unitario per la Pasqua 2020, con al centro la preghiera delle famiglie «Donna perché piangi?»

 Sarà una Pasqua particolare quella di quest’anno, con tanto pianto per i morti e le sofferenze di tantissimi ammalati, con tanta ammirazione per la dedizione massima di medici, infermieri e tanti impegnati ad assicurare protezione e servizi per il bene di tutti, con tanta preoccupazione per il futuro dell’umanità e in più l’impossibilità di partecipare alla liturgia. Senza dimenticare le sofferenze dei più poveri del mondo, la necessità che si smetta con le guerre e la produzione di armi (e si pensi di più a sanità, cultura, poveri). Per questo la diocesi di Noto ha scelto l’icona di Cristo Risorto che si fa incontrare dalla Maddalena in pianto per offrire alcuni suggerimenti per la preghiera anzitutto nelle case, per riscoprire o scoprire la bellezza della famiglia che si riunisce per pregare e vivere i giorni della Settimana Santa nell’ascolto della Parola che converte e che poi si unisce alla comunità ampia attraverso i media e i social per seguire le grandi celebrazioni liturgiche, ahimè senza “concorso di popolo”. Il sussidio si apre con il messaggio augurale del vescovo, Mons. Antonio Staglianò, che aiuta a scopre il Risorto dentro lo smarrimento di questi giorni a partire dalla domanda: “Si può gioire nella prova’”. Domanda che nasce spontanea se si accostano il carattere gioioso della Pasqua, che culmina nella resurrezione, e la mestizia di questa crisi che – come ha detto il papa – “ci ha presi alla sprovvista”. Nel suo messaggio il vescovo aiuta a cogliere un senso profondo legato all’agire di Dio: “La Pasqua annuncia la vittoria della vita sulla morte, non saltando ma immettendo dentro la paura un cammino di speranza e di fiducia, accendendo nel cuore della notte – non più nelle navate delle nostre chiese, ma nelle navate del mondo e del cuore – una luce nuova e tenace”. Segue la presentazione del vicario generale, Mons. Angelo Giurdanella, che sottolinea come il sussidio sia frutto del convergere degli uffici pastorali, e quindi testimonianza di una sentita comunione. “Con questo Sussidio vogliamo presentare una proposta di preghiera che può aiutare a vivere la Settimana Santa in famiglia ponendo al centro l’ascolto della Parola, la preghiera, la preparazione dell’angolo della preghiera e l’utilizzo di segni che appartengono alla liturgia del Triduo Pasquale. Cercheremo di capire cosa ci dice il Signore in questo tempo così nuovo e così difficile per noi, per poter tutto vivere con novità di intenzione e finezza di atteggiamenti”. Seguono indicazioni per ogni giorno della Settimana Santa, con testi che aiutano la preghiera in famiglia e l’attenzione ai poveri. Che ritorna nel messaggio dell’ufficio per la salute: “stare davanti a Dio aiuta e spinge a stare accanto ai fratelli”. Si ricorda, per questo, che ci si può collegare alla rete di aiuto della Caritas diocesana, si rilevano esperienze come l’attenzione agli anziani per la spesa da parte di una confraternita o le lezioni a distanza dei cantieri educativi per aiutare i ragazzi con più difficoltà scolastiche. E si incomincia a pensare al futuro, con l’aiuto di una bella e sapiente riflessione di padre Giovanni Salonia, che si chiede se questo tempo non ci chiede di andare oltre la società “liquida”. Dentro questo sguardo più ampio si colloca il forte impegno di continuare la catechesi, anch’essa a distanza, testimonianza di una creativa passione educativa, e si ricorda che le processioni tipiche della Settimana santa sono trasferite al 14 e 15 settembre (Esaltazione della Croce e dell’Addolorata), e così pure si faranno in altra data le feste dei cantieri educativi, il primo dei quali rimanda all’antico (e ripreso) rito pasquale Crisci ranni: augurio che si fa lanciando in alto i bambini al suono delle campane di Pasqua. Nell’appendice due testi, uno patristico sul senso della festa, altro l’omelia di papa Francesco nella celebrazione dello scorso 27 marzo, e quindi molteplici strumenti per la catechesi in casa preparati dall’ufficio catechistico. Il testo patristico di Sant’Atanasio ci ricorda come “la celebrazione liturgica ci sostiene nelle afflizioni che incontriamo in questo mondo”. E ancora: “È un miracolo della bontà di Dio quello di far sentire solidali nella celebrazione e fondere nell’unità della fede lontani e vicini, presenti e assenti”.