Lettera del Vescovo ai presbiteri “Il bel Pastore offre la vita”

Preti innamorati di Dio al servizio della bellezza dell'umano

Carissimi Presbiteri,

 

confratelli nel sacerdozio, figli diletti del presbiterio dell’amata Chiesa di Noto,

 

vi scrivo da ‘cuore a cuore’, a conclusione della mia visita pastorale negli otto vicariati della nostra Diocesi e nel giorno in cui compio 50 anni. In giorni come questo ‘ tappe memorabili dello scorrere dell’esistenza terrena ‘, è mia consuetudine ‘piantare un albero’, perché cresca e dia frutti buoni. Così farò, nel piccolo cortile dell’episcopio: sarà un albero di nespolo. Quest’anno è, però, veramente ‘nuovo’ per la mia vita, dopo l’elezione e la consacrazione episcopale. Consentitemi allora di immaginare questa lettera personale del Vescovo per voi come un ‘altro’ albero da piantare nel terreno buono della vostra vita, messa a servizio della Chiesa locale, sul modello del bel pastore che offre la sua vita per le sue pecore (cfr. Gv 10,11). Seguiamo gli esegeti che ritengono più esatta la definizione del pastore di Gv 10 come ‘bello’, anche perché il bello include ‘il buono’ e propriamente non c’è bellezza autentica che non irradi la bontà della vita: già i nostri antenati greci ‘ lo sappiamo ‘ lo avevano insegnato con sufficiente chiarezza.

 


 

 

19-06-2009