«RESTA CON NOI SIGNORE»

MESSAGGIO AI RAGAZZI DI PRIMA COMUNIONE

Sono Padre Salvatore da Caltanissetta e il nostro amatissimo Papa Francesco, nominandomi vescovo, mi ha inviato in questa terra bellissima, ricca di tante tradizioni ma anche piena di sogni. E tra questi ci sono anche i vostri. E li vedo bellissimi come del resto lo siete voi! Semplicemente meravigliosi!

Vi scrivo mentre vi preparate a ricevere in dono il Pane di vita eterna, Cristo Gesù, il dono più bello, più puro e più santo. Ho il vivo desiderio, come vostro amico, padre e fratello, di incontrarvi tutti, uno per uno, per gioire con voi di questo momento importante della vostra vita.  

«Oh che giorno beato…il Ciel ci ha dato…giorno di Paradiso, tutto un sorriso, viva Gesù». Così si cantava a Messa tanto tempo fa nel giorno della Prima Comunione: un giorno che non si dimentica mai nella vita. È troppo bello, troppo importante, troppo emozionante. Gesù vi ha già incontrati nel Battesimo, quando i vostri genitori vi hanno portati in chiesa per ricevere il Sacramento del Battesimo, quello che vi ha resi figli di Dio, fratelli di Gesù, membri della chiesa ed eredi del Paradiso. 

Ora Gesù viene a voi sotto le specie del Pane e del Vino. Così ha voluto Lui e noi gli crediamo e lo ringraziamo. «Rimanete in me». Possiamo rimanere in Lui ascoltando la Sua parola che trasforma la nostra vita, con la preghiera che ci rende discepoli e amici umili e ci fa capire che abbiamo bisogno di Lui, con la confessione che ci rende forti contro il male. 

Vi invito in questo tempo di preparazione a dialogare un pò di più con Gesù, amico vero e riscoprire la gioia di essere comunità. Lui è un amico dal cuore d’oro, c’è in ogni momento e vuole la felicità di noi tutti. Pensate al vostro percorso catechistico, lo avete fatto insieme e lo farete insieme agli altri. Un percorso da fare e da continuare nella gioia. È la bellezza della compagnia della e nella fede. Il mio desiderio è che in questo cammino possiate sempre essere accompagnati dai vostri catechisti, dai vostri genitori e dai vostri sacerdoti.

Non fermiamoci. Il rischio che si corre quando si giunge ad una meta è quello di considerare tutto concluso e, di conseguenza, sentirsi bravi e arrivati. Questo per la fede non vale! Perché chi crede non si sente mai un arrivato. I discepoli del Signore non si fermano, sono sempre in cammino. La fede è domanda di senso per la nostra vita. È un incessante «perché» che investe tutta intera la nostra esistenza. 

Comunichiamo ad altri la vera gioia. La fede è un incontro con il Signore che si avvicina a noi, vuole il bene di tutti, ci raggiunge, viene a trovarci nelle situazioni più impensabili e dolorose della vita e ci invita ad essere suoi amici. Ma amici veri! La «prima comunione» è un momento in cui il Signore ci viene incontro non «fuori di noi», ma viene incontro a noi e proprio «dentro di noi», in modo unico, singolare e personale. E l’incontro con Lui genera la gioia vera. Dobbiamo essere felici. Sempre. Per questo motivo, non possiamo tenere per noi la gioia di questo incontro che è un vero avvenimento nella nostra vita. Dobbiamo testimoniarlo agli altri. E, infatti, la fede si propaga così per «attrazione». Gli altri possono vedere nella nostra vita, nel nostro modo di pensare, di sentire, nel nostro modo di essere, chi sono i veri amici di Gesù. Non persone tristi e negative, che si arrendono con facilità ma persone che hanno incontrato la vera gioia in Gesù Cristo; una gioia che è per tutti! Annunciamo, allora, la meraviglia della gioia.

«Resta con noi Signore!». Facciamo nostra l’invocazione dei discepoli di Emmaus. Ci siamo anche noi in quella forte invocazione, ci sono le nostre attese. Prima, lungo il cammino, Gesù ha parlato e spiegato le Scritture, poi, quando fu a tavola con loro, «prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro». Il volto di Gesù sfolgorò in tutta la sua luce: lo riconobbero «nello spezzare il pane». I discepoli ritrovano la fede. Gesù li ha nutriti alla duplice mensa della parola e del pane e i loro occhi si aprirono. E, nel momento in cui lo riconobbero, «lui sparì dalla loro vista».

Nell’augurare a voi, carissimi amici, ma anche alle vostre famiglie e alle vostre comunità, di vivere questo cammino nella gioia piena, vi benedico dal profondo del mio cuore e vi chiedo una preghiera per me.

Vi invito tutti a Ispica il 7 aprile 2024 per un momento di grande festa! Grazie!

     Noto, 22 ottobre 2023

                                                             Festa di San Giovanni Paolo II

Salvatore Rumeo
Vescovo