«SANTI PERCIÒ UMANI»

Omelia in occasione della Solennità di Tutti i Santi - Basilica Cattedrale
01-11-2023

Li troviamo giganteggiare sulle pareti delle nostre chiese o nelle nicchie che portano il loro nome. Le vite e i loro miracoli colorano le vetrate delle nostre cattedrali. Poggiamo ritratti e statuine sui comodini delle nostre stanze e appendiamo i loro quadri ovunque: sono i santi, nostri fratelli maggiori nella fede. E gioiamo della loro presenza nella nostra vita!
La Celebrazione eucaristica della Solennità di tutti i Santi si apre con l’esortazione «rallegriamoci tutti nel Signore». La liturgia invita a condividere il gaudio celeste dei Santi e ad assaporarne la vera gioia.
È la nostra festa: non perché siamo buoni, ma perché la santità di Dio ha toccato la nostra vita e la nostra umanità. La festa dei santi è la festa del nostro destino, la festa della nostra chiamata, la festa dell’umanità redenta.
Oggi celebriamo la fedeltà di Dio nei confronti degli uomini e quella degli uomini verso Dio; da questo felice connubio nasce e sgorga la santità. Festeggiare tutti i Santi significa guardare coloro che già posseggono l’eredità della gloria dell’Eterno. I santi, infatti, contemplano il volto di Dio e gioiscono appieno di questa visione.

Tutta la storia della Chiesa è segnata dai ritmi di vita quotidiana e feriale di questi uomini e donne che con la loro fede, con la loro carità, con la loro vita sono stati luce radiosa per tante generazioni e lo sono anche per noi.
La Solennità di Tutti i Santi apre uno spiraglio sulla città del cielo, la patria comune verso cui siamo incamminati e che tanti nostri fratelli hanno già raggiunto; la casa paterna dove si celebra in eterno la festa di Dio con i suoi amici (Ap 7,9-14).
All’inizio della Preghiera Eucaristica contempleremo la gloria dei Santi proclamando che essi ci sono stati dati «come amici e modelli di vita». Spronati dal loro esempio, «verso la patria comune noi, pellegrini sulla terra, affrettiamo nella speranza il nostro cammino, lieti per la sorte gloriosa di questi membri eletti della Chiesa».
I santi sono uomini e donne che hanno cercato e amato intensamente Dio; persone che in ogni tempo hanno accolto la parola e ne hanno fatto il loro programma di vita con una esistenza profondamente radicata in Lui, il Figlio di Dio, il Redentore che amarono con tutte le loro forze, rendendolo presente tra gli uomini.
Il discorso della montagna (Mt 5-7) è una delle pagine più sconvolgenti di tutto il Nuovo Testamento perché, partendo dalla povertà, traccia la via del discepolo sulle orme del Regno.
Il monte è il luogo della rivelazione sia per la trasfigurazione gloriosa di Gesù sia per la parola consegnata. Il monte ricorda il Sinai, il luogo della promulgazione della legge, della conclusione dell’alleanza e il Golgota dove la Parola crocifissa attira a Se il mondo intero.
Le Beatitudini sono certamente la sintesi più significativa di tutto il «lieto annuncio» di Gesù e la dichiarazione più espressiva della novità
cristiana e ricordano con forza qual è la logica di Dio.

Le Beatitudini sono il cuore del vangelo del Regno. Sono il codice della santità, la vera carta di identità della santità cristiana.
Le Beatitudini non possono essere lette solo come un testo poetico o dai forti contenuti morali, o ancora come un brano sapienziale: esse sono buona notizia, Vangelo, in quanto atteggiamenti vissuti radicalmente da Gesù e, come tali, devono diventare «stile di vita del cristiano». Siamo, dunque, chiamati ad accoglierle quale interrogativo e pungolo che mette in questione la nostra fede, la nostra sequela del Signore Gesù e, più precisamente, la nostra gioia e felicità nel vivere il Vangelo. Sì, perché le beatitudini riguardano il rapporto tra fede e
felicità!
Gesù è l’anima delle Beatitudini: è Lui che partecipa della debolezza umana, compatisce la fragilità e la salva amandola. Egli è il povero, il mite, l’operatore di pace, il perseguitato per la giustizia. Le Beatitudini sono un programma di vita sicuramente difficile eppure hanno un grande fascino. Esse indicano la strada della libertà mediante il distacco dai beni, mediante l’esercizio della misericordia e della mitezza, mediante la solidarietà all’uomo, mediante l’amore e la convivenza nella pace.
«Beati» sono, quelli che vivono fin d’ora la felicità, sono i miti, i pacifici, i puri, quelli che vivono con intensità e dono la propria vita,
come i santi.
Le Beatitudini mostrano la fisionomia spirituale di Gesù e così esprimono il suo mistero, il mistero di Morte e Risurrezione, di Passione e di gioia della Risurrezione. Questo mistero, che è mistero della vera beatitudine, ci invita alla sequela di Gesù.
Oggi veneriamo proprio l’innumerevole comunità di Tutti i Santi, i quali, attraverso percorsi di vita differenti, ci indicano diverse strade di santità, accomunate da un unico denominatore: seguire Cristo e conformarsi a Lui, fine ultimo della nostra vicenda umana.

Tutti gli stati di vita, infatti, possono diventare, con l’azione della grazia e con l’impegno e la perseveranza di ciascuno, vie di santificazione.
Che cosa vuol dire essere santi? Chi è chiamato ad essere santo? Come possiamo divenire santi, amici di Dio?
Spesso si è portati a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti. È la vocazione di tutti! Per essere santi non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. È necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d’animo di fronte alle difficoltà.
Tutti siamo chiamati alla santità: è la misura stessa della vita cristiana. Misura alta sottolinea San Giovanni Paolo II. La Chiesa oggi ci ricorda che la santità è la vocazione fondamentale dell’uomo.
La Liturgia odierna ci invita a volgere il nostro sguardo verso Dio, il tre volte “Santo”, per contemplare la bellezza della Sua Santità e il riflesso della stessa Santità in noi. Dio è il “Santo”; ma Egli, nel Suo ineffabile Mistero d’Amore non ha esitato a donarci la Sua Santità perché il creato sia sempre più ricco della Sua presenza e perché anche qui sulla terra si potesse conoscere la gloria a cui Egli ci chiama.
In ciascuno di noi esiste la nostalgia della santità poiché ad essa siamo chiamati. Scriveva Mons. Giovanni Speciale, compianto rettore del Seminario Vescovile di Caltanissetta, uomo di Dio e grande cultore e letterato.
«Ogni santo è nel suo tempo, ogni santo vive in una realtà storica e l’atteggiamento del santo è quello di cogliere i bisogni del mondo in cui vive dandone la risposta di Cristo. La santità è una: quella del Signore, che in noi realizza un presente; è Lui la fonte della santità.
Ma in Lui noi siamo presenza nel mondo. E allora la storia degli uomini non si pone su un’altra linea, al di là della quale noi ci muoviamo, ma la storia degli uomini è la nostra storia e in questa storia il santo, come tutta la Chiesa, si inserisce, coglie le inquietudini dell’uomo, le ansie, le attese, e agisce con coscienza evangelica». I Santi di cui oggi facciamo memoria, pur senza invocarne il nome, sono quella schiera, veramente infinita, di uomini e donne che hanno risposto generosamente alla chiamata di Cristo sulla via delle beatitudini, quella «via stretta», che conduce alla salvezza, che è pienezza di vita in Dio, felicità indistruttibile e inalterata comunione d’amore.
Quella di oggi è allora la celebrazione di una storia di speranza, di una storia trasformata da coloro che credono e seguono Gesù. È la celebrazione di una storia che culmina nella lode, non nella disperazione, pur passando dalla grande tribolazione.
Il programma delle beatitudini non prevede situazioni impossibili, né è destinato a poche persone, ma varcando i secoli, ha trovato in ogni tempo cristiani che hanno realizzato la loro vita a partire da questa carta d’identità della santità cristiana.
Tutti siamo chiamati alla santità; o saremo santi o non saremo affatto. Per aiutarci a questo la Chiesa ci propone il Vangelo delle beatitudini come guida alla santità. Dio chiama ciascuno a essere santo. Educati alla scuola della Sua Parola, vivificati dal Suo Spirito, inseriti in Lui con il Battesimo e la vita sacramentale ci è dato di vivere dello spirito delle beatitudini, che ci rende già ora cittadini del regno. Ognuno di noi è chiamato a lasciare che il Signore prenda possesso della sua umanità. Dio, infatti, continua a renderci santi ogni volta che noi ci riconosciamo e viviamo da “figli”; ogni volta che il seme della Parola trova dimora nella nostra umanità e porta frutto, ogni volta che la grazia dei Sacramenti ravviva in noi il Suo Mistero di salvezza, ogni volta che noi nel fratello sappiamo riconoscere la Sua presenza.
Pellegrini nella fede, cercatori del volto di Dio, camminiamo con speranza lungo le strade della vita, coltivando il dono della santità che Dio ci ha offerto e testimoniando con coraggio il Vangelo dell’Amore che santifica e salva il mondo.
Nella festa di tutti i Santi noi intravvediamo il nostro destino finale: la ragione per cui siamo stati creati. Creati dall’Amore per amare. Tutti. Oggi «sappiamo … che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui perché lo vedremo così come Egli è» (1Gv 3,2) . La nostra visione di Dio, la vita in comunione con Lui è la ragione per cui siamo
stati chiamati all’esistenza: è l’eredità che ci aspetta.
Ci affidiamo alla protezione di tutti i Santi e particolarmente dei nostri santi Protettori perché si facciano interpreti delle nostre attese e desideri di santità presso il trono dell’Altissimo. L’esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l’unica vera causa di tristezza e di infelicità per l’uomo è vivere lontano da Lui.
Mie cari fratelli e sorelle, sapete qual è la vera carità di cui oggi hanno bisogno il mondo e la Chiesa? Una sola: la santità. I santi con la loro fede hanno vinto il maligno. Se noi non riusciamo a salvare il mondo è perché la nostra fede non è così forte, la nostra vita non è così piena di Dio al punto di non saper trascinare e convertire.

Affidiamo la santità della nostra vita e del nostro mondo alla Regina di tutti i Santi, la Vergine Maria, Scala al Paradiso perché ci sostenga nel cammino verso la santità.