“E’ per noi un dono”

Sembra scontato innamorarsi, sposarsi e formare una famiglia.
Però se ti fermi a riflettere, se nella preghiera parli con Dio, se approfondisci la Sua parola scorgi il Suo piano per te, per voi.
Tuo marito/tua moglie è la persona che Dio ha pensato per te, è il tuo compagno di viaggio per compiere una missione speciale, una missione d’amore.
Ecco nella missione si realizza la famiglia: il tuo amore per l’altro non ti basta e senti la necessità di completarlo con l’apertura alla vita, con i figli.
E quando la famiglia pensi sia completa, la missione compiuta, ecco che nel tuo dialogo con Dio scorgi che hai avuto un dono immenso (la famiglia), gratuitamente, nonostante le tue miserie, i tuoi difetti, e non è affatto scontato perché se alzi gli occhi verso il mondo scopri anche che non tutti l’hanno avuta.
Allora ecco che senti forte la Presenza di Dio che ti invita a donarti, a condividere quel dono prezioso, intimo.
Questo cammino con Franco lo abbiamo percorso ed è proprio nel momento in cui senti di aver ricevuto molto, senti ancor di più la necessità di condividere quello che ti è stato donato. Non senza paure. Non senza domande.
E quando, timidamente, abbiamo detto il nostro Si i piccoli che hanno bisogno di una famiglia hanno avuto un nome, un volto, una storia condivisa con noi.
Il primo bimbo in affido lo abbiamo accolto prima dei nostri due figli, perché io e Franco eravamo già una famiglia: è stato questo piccolo a farci scorgere la bellezza del donarsi, la ricchezza di aprirsi…e la meraviglia della condivisione e della rete di famiglie amiche.
Oggi dopo 29 anni di matrimonio siamo una casa famiglia della comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, e oltre i nostri due figli abbiamo accolto altri 6 piccoli (cinque ancora con noi), degli adulti provenienti dal carcere, adulti tossicodipendenti, mamme in gravidanza che hanno avuto bisogno di una famiglia per un breve periodo.
Si, la famiglia è un dono …e come tale va donato altrimenti perde il suo valore.
Non è semplice, non è scontato, ma…se accettiamo che non siamo infallibili, anzi che sbagliamo e molto, allora ci apriamo e sarà il Signore a trasformare i nostri errori e far splendere la vita.
Quello che con Franco abbiamo sperimentato è che il SI all’accoglienza parte da noi genitori ma poi nella quotidianità si sviluppa nella vita dei nostri figli: sono loro che fanno spazio, dalla condivisione dei giochi a quella degli spazi, i nostri figli allargano il loro cuore e ci insegnano ad amare.
Ed ecco vediamo sul tappetone i nostri figli tutti assieme, in una meravigliosa armonia, di cuori, di giochi, di risate e perché no, di liti, di pianti.
Impariamo da loro a fare spazio all’altro, a non possedere né le cose né le persone, ma a far spazio, lo ripeto!
Allora sì vedremo cieli nuovi e terre nuove, come dalla Lettera agli Ebrei (13,2):
“Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo.”
Don Oreste commentava: “Aprendoti all’accoglienza sbarchi su una nuova terra: dalla preoccupazione di te stesso passi alla preoccupazione e alla cura degli altri; dal cercare la sicurezza nelle cose, la trovi nella relazione che coloro che tu accogli suscitano in te. In te cambiano d’importanza le cose”.

Giovanna Inì
Casa-famiglia
Santa Chiara – Scicli