Nella mia esperienza di oblata apostolica e di servizio ecclesiale ho avuto più volte la grazia di incrociare la vita di tante coppie e famiglie, di stare semplicemente in ascolto e a fianco di situazioni matrimoniali difficili e complesse. Il percorso che porta ad un’unione stabile spesso passa attraverso storie uniche e diverse, da prendere a cuore una ad una e com-prendere con lo sguardo materno di Dio e della Chiesa.
Quando leggo, nell’Esortazione apostolica di papa Francesco AMORIS LAETITIA, che la Chiesa riconosce nei vissuti familiari “semi che ancora attendono di maturare” o “alberi che si sono inariditi” gioisco al pensiero che sappia ascoltare tutti e ritrovo davanti ai miei occhi i volti concreti di tante persone e delle loro storie, entrate a far parte in qualche modo della mia vita. Ne condivido due:
-Camilla e Gianmarco convivono da molti anni. Non hanno nessun tipo di impedimento giuridico che li vincola. Entrambi cresciuti in ambienti ecclesiali, praticanti, aperti al servizio della comunità, fedeli e pieni di amore uno per l’altro. Perché non si sposano?
Quando questa domanda, nel contatto e nell’amicizia, è diventata consapevolezza che per loro il matrimonio è davvero una vocazione e chiede tanto discernimento vocazionale (cfr AL 72 ), ho capito che dovevo solo stare accanto e camminare con loro nella fede, nella preghiera, nell’ascolto della Parola, finché il Signore vorrà aprire varchi che sbloccano remore interiori e portano all’accoglienza di un dono più grande.
-Fabio e Milena si sono sposati da poco con rito civile e hanno formato una famiglia unita, aperta alla vita, ricca di aiuto reciproco e responsabilità Perché non si sposano in Chiesa?
Per fortuna hanno capito che la Chiesa non è un luogo di cerimonia e che il Sacramento del Matrimonio non è una convenzione sociale, però credo che in loro ci sono “semi che attendono di maturare”. Come prendersi cura? Preghiera, vicinanza, accompagnamento discreto, e la speranza sempre viva che si creino opportunità ed esperienze di Chiesa che rivelino la bellezza del Sacramento accogliendolo con pienezza nel loro percorso di vita.
Mirella Scalia