IN UN MONDO SEGNATO DALL'INDIVIDUALISMO LA VOCE E LA TESTIMONIANZA CRISTIANA

Matrimonio e famiglia come cammino dinamico di crescita e di realizzazione

Il secondo capitolo di Amoris Laetitia ritengo debba essere letto alla luce di Evangelii Gaudium 231-233, laddove Papa Francesco affronta il tema del rapporto tra l’idea e la realtà. “La realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà. È pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell’immagine, del sofisma. Da qui si desume che occorre postulare un terzo principio: la realtà è superiore all’idea”.  Le elaborazioni concettuali, che non possono essere sminuite, si motivano però in funzione del cogliere, comprendere e dirigere la realtà; non possono sostituirsi ad essa o, peggio ancora, ignorarla. “L’idea staccata dalla realtà origina idealismi e nominalismi inefficaci, che al massimo classificano o definiscono, ma non coinvolgono. Ciò che coinvolge è la realtà illuminata dal ragionamento”.

In questo capitolo Papa Francesco analizza le principali difficoltà e sfide per le famiglie, così come sono emerse dai due Sinodi del 2014 e del 2015. Uno sguardo sulle realtà vissute dalle famiglie sulle quali il Papa esprime le sue preoccupazioni e a partire dalle quali invita a riflettere. Anche nell’Esortazione post sinodale Familiaris Consortio, San Giovanni Paolo II opera una simile previa analisi (nn. 4-10); d’altra parte non si possono indicare percorsi a prescindere dalla realtà o considerando sempre validi ed intramontabili i modelli del passato.

Nell’omelia di apertura del Sinodo sulla sinodalità (San Pietro, 10 ottobre 2021), Papa Francesco ha insistito anche sul verbo ascoltare, come occasione data all’altro per potersi raccontare con libertà senza sentirsi giudicato, come luogo di conformazione al Verbo per “seguire le sue tracce, ascoltando la sua Parola insieme alle parole degli altri”. L’attenzione all’altro, alle sue vicissitudini e alle sue fatiche è, oggi come sempre, una esigenza imprescindibile dell’opera evangelizzatrice, consapevoli che “le richieste e gli appelli dello Spirito risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia, e pertanto la Chiesa può essere guidata ad una intelligenza più profonda dell’inesauribile mistero del matrimonio e della famiglia anche dalle situazioni, domande, ansie e speranze dei giovani, degli sposi e dei genitori di oggi” (FC 4).

“Non ha senso fermarsi a una denuncia retorica dei mali attuali, come se con ciò potessimo cambiare qualcosa. Neppure serve pretendere di imporre norme con la forza dell’autorità. Ci è chiesto uno sforzo più responsabile e generoso, che consiste nel presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della famiglia, così che le persone siano più disposte a rispondere alla grazia che Dio offre loro” (AL 35).

La Comunità cristiana vive nella storia, alla quale è mandata per annunciare e per scorgere nelle sue non sempre facili trame le orme dello Spirito. È lo Spirito, afferma Papa Francesco nella suddetta omelia, che “ci chiede di metterci in ascolto delle domande, degli affanni, delle speranze di ogni Chiesa, di ogni popolo e nazione. E anche in ascolto del mondo, delle sfide e dei cambiamenti che ci mette davanti. Non insonorizziamo il cuore, non blindiamoci dentro le nostre certezze. Le certezze tante volte ci chiudono. Ascoltiamoci”. Siamo chiamati a diventare una Chiesa che ha il coraggio di scommettersi, una Chiesa che si fida dello Spirito Santo più che delle sue conquiste, una Chiesa sempre in cammino con il mondo verso il Regno.

Nel nostro contesto storico abitato da una forte tendenza all’individualismo e dalla cultura del provvisorio che porta a fuggire da relazioni stabili e a consumare relazioni affettive solo per ricevere un utile o per rimedio alla solitudine, facendo autocritica su come alle volte abbiamo presentato le convinzioni cristiane, abbiamo il dovere di proporre la gioia e la bellezza di questo dono ricevuto dal Signore, altrimenti “Staremmo privando il mondo dei valori che possiamo e dobbiamo offrire” (AL 35). Il matrimonio e la famiglia, prima di essere dottrina, sono vita; la dottrina non accompagnata dalla vita, per la quale è data, rischia di diventare un peso incomprensibile e, pertanto, rifiutato. Le famiglie cristiane oggi sono chiamate a farsi carico dell’annuncio del Vangelo della famiglia con il loro modo di essere e di relazionarsi, al loro interno e con il mondo che le circonda.

Spero possiamo lasciarci provocare dallo stile di Gesù, “il quale nel contempo proponeva un ideale esigente e non perdeva mai la vicinanza compassionevole alle persone fragili come la samaritana o la donna adultera” (AL 38). L’analisi della realtà ci porti non a sterili lamentele, ma a suscitare la creatività missionaria e a “liberare in noi le energie della speranza traducendole in sogni profetici, azioni trasformatrici e immaginazione della carità”.

Il Papa conclude il nostro capitolo con un annuncio di speranza: “Rendo grazie a Dio perché molte famiglie, che sono ben lontane dal considerarsi perfette, vivono nell’amore, realizzano la propria vocazione e vanno avanti anche se cadono tante volte lungo il cammino” (AL 57).

È vero che le famiglie oggi sono “provocate” su tanti fronti, ma è altrettanto vero che “Forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo” (CC 8,6-7).

don Luigi Vizzini