Lettera a Cleopa

Carissimo

amico e compagno di viaggio, sono venuto a conoscenza della tua vicenda personale perché l’evangelista Luca, a conclusione del suo vangelo, narra del tuo viaggio verso Emmaus, accompagnato da un fraterno amico. Non hai retto al dolore per la scomparsa di Gesù e per questo hai lasciato in fretta Gerusalemme, per trovare un po’ di pace in quel piccolo villaggio distante dalla Città Santa appena pochi chilometri. La morte segna per sempre la vita degli uomini e la notizia di quella crocifissione ha frantumato ogni tuo sogno di libertà e di rinascita del popolo d’Israele. Sei divenuto abbastanza famoso perché, nel corso dei secoli, molti pensatori, letterati, artisti, filosofi e teologi, hanno cercato di capire il tuo animo e la tua decisione così dolorosa di intraprendere la via del ritorno a casa.

Mettersi su strada significa affrontare fatiche e insidie ma la presenza di un amico, che condivide i tuoi passi, ti incoraggia ad andare avanti. Ti fa compagnia un unico pensiero e la visione di un cuore a pezzi deposto ai piedi di quella croce!

Quando tutto sembrava finito e le tenebre avvolgevano la vostra strada, eccolo all’orizzonte, Colui che dà senso a tutto e tutto muove in ogni senso. Non sempre ci si accorge della Sua presenza, non sempre si scorgono i Suoi passi e il vostro animo non ardeva così forte da sentire il profumo della Sua vittoria.

«Resta con noi, Signore!» fu il tuo grido di speranza. Quel Pellegrino riuscì pian piano a ridare vita ai tuoi sogni che perdevi per strada e il buio scomparve insieme a Lui nel candore di quella mensa imbandita in una piccola locanda di Emmaus.

Ti chiederai chi sono, a quale secolo appartenga, e perché ho scritto e parlato di te. Anche io, sai, faccio parte dei suoi e sono stato scelto da Lui, insieme a tanti altri, per annunciare il vangelo della misericordia e spezzare il pane eucaristico. Ti domanderai perché sono entrato nella tua vita e nei tuoi giorni, perché ho rivisitato la tua fede facendone dono alle persone che Lui mi ha affidato. Da sempre sono stato colpito dalla tua decisione così forte di dire basta, di ritornare indietro, perché non ci si deve mai vergognare del fallimento e delle fragilità, ma di non essere discepoli umili, credibili e di non aver amato abbastanza.

L’evangelista Luca non ne fa menzione nel suo Vangelo, ma io credo fortemente che tu hai incontrato a Gerusalemme, in quei giorni di dolore, la Vergine Maria. In ogni storia quotidiana la madre è importante, ora silenziosa e discreta, ora decisiva e colma d’amore. Ne senti terribilmente la mancanza, come anche la vedi vivente negli occhi lucidi dei tuoi cari e delle persone che ti vogliono bene.

Un’ultima cosa ho da dirti: anch’io un giorno sarò chiamato dall’Altissimo per l’ultimo tratto di strada dalla mia Emmaus alla Gerusalemme celeste. Vorrei incontrarti, se il Signore vorrà, nella gloria degli angeli e per farmi riconoscere terrò fra le mani …una piccola lucerna accesa.

Prega per la Chiesa di Noto. Grazie! Ti voglio bene.

+ don Salvatore
vescovo