«CRISTO LUCE DEL MONDO»

Festa della Presentazione del Signore Basilica Cattedrale
02-02-2024

Carissimi fratelli e sorelle,

stimati sacerdoti, carissimo fratello Ignazio, Vicario Generale, carissimi religiosi e religiose e amati seminaristi: splendida e mistica festa, quella di oggi, molto cara al Santo Popolo di Dio in cammino verso la Gerusalemme celeste.

Festa che si celebra quaranta giorni dopo il Natale del Signore rivivendo, nel mistero della Santa Liturgia, l’avvenimento della Sua Presentazione al Tempio, in obbedienza alla legge di Dio che prescriveva l’offerta dei figli maschi primogeniti come segno pubblico della fedeltà del popolo d’Israele al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.

Maria e Giuseppe salirono al Tempio ad offrire il Bambino Gesù. Ne abbiamo ascoltato il racconto (Lc 2, 22-40) e accolto l’annuncio di Cristo, vera Luce sorta «per illuminare tutti gli uomini e gloria dell’Israele di Dio».
Cristo è la vera Luce. Lo dirà Egli stesso nei giorni del Suo ministero pubblico: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). Ma lo ha annunciato, senza ancora proferire parole, già nella notte di Betlemme, quando il cielo si illuminò e i pastori «furono avvolti da una grande luce» (cfr. Lc 2, 9).
Lo dirà ancora il Venerdì Santo, quando «da mezzogiorno fino all’ora nona si fece buio su tutta la terra» (Mc 15,33) poiché si spegneva la luce del mondo in quel grido di offerta amorosa al Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). E lo dirà ancora il sole del mattino di Pasqua, quando le donne, «sorto già un nuovo giorno», trovarono vuoto il sepolcro in cui gli uomini avevano tentato di chiudere e imprigionare la Luce del mondo.
«La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta» (Gv 1,5) esclama l’Evangelista Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: le tenebre non l’hanno accolto; sì, non l’hanno accolto. Perché l’uomo preferisce le tenebre alla luce, il peccato alla grazia, la morte alla vita!
È una luce che illumina, il Signore Gesù, ma illumina per mettere gli animi in movimento: Maria e Giuseppe camminano verso il Tempio; Simeone ed Anna, mossi dallo Spirito, sono anch’essi in cammino…
Un cammino orientato all’Incontro. Presentazione del Signore o festa dell’Incontro: «Hypapante», infatti, è il nome orientale di questo gioioso giorno di festa.
Si tratta di accoglierlo ascoltandoLo, di seguirlo mettendo i nostri passi dietro ai Suoi, di amarLo in un rapporto di amicizia che tutto coinvolge, di non trattenere gelosamente nulla di ciò che noi siamo, perché solo ciò che a Lui è consegnato è salvato e non si perde.
«Egli è qui per la salvezza e per la perdizione di molti, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori» dice Simeone…
Cristo è la nostra pace perché svelando le profondità del nostro essere, non ci umilia né ci angoscia. Lui ci sussurra: sono qui per salvarti! Consegna a me la tua vita, la vostra vita! Le strutture, le comunità, la società, cambiano nella misura in cui sei tu, siamo noi a cambiare perché ci lasciamo trasformare dalla potenza del Suo amore. Guarda a te stesso, rinnova il tuo sguardo e il tuo cuore! Cambierà la realtà intorno a te, tutto risplenderà di luce divina.
A voi, carissimi amici rivolgo il mio invito di Padre e Pastore: operiamo affinché crescano giustizia e solidarietà e nasca una nuova cultura della vita, indispensabile per l’edificazione di un’autentica civiltà della verità e dell’amore.
Con le Chiese sorelle della nostra Regione il prossimo 4 ottobre 2024 andremo in pellegrinaggio ad Assisi per offrire l’olio che alimenta la lampada votiva che arde presso la Tomba di San Francesco, patrono d’Italia. Sarà l’occasione per rivivere insieme nella fede, anche con questa tappa, da pellegrini e forestieri, il mistero del grande pellegrinaggio che è la nostra vita in questo mondo. Esso, ancora una volta, ci pone in cammino per decidere nel nostro cuore il santo viaggio, che ogni volta sulle orme di Cristo ci porta a Gerusalemme e, soprattutto, nella casa di Dio nostro Padre.
Ad Assisi, infatti, con san Francesco e come san Francesco, vogliamo riscoprire la paternità di Dio che ci fa sentire tutti fratelli e sorelle: Dio Padre ci rende e ci fa vivere da figli immensamente amati da Lui.
La santa e luminosa testimonianza di san Francesco aiuti tutti noi ad essere, qui ed ora, luce del mondo che brilla nel grigiore della vita dell’uomo che ha smarrito il senso di Dio: questo è il dramma dei tempi moderni. L’esempio del Poverello di Assisi ci renda testimoni di pace e di speranza per ogni uomo e donna, per annunciare il Vangelo di Dio, «sine glossa», più con la vita che con le parole.
Mi rivolgo a voi cari religiosi e care religiose. Siate nel nostro mondo il segno luminoso e profetico di vangelo vivo. Tutto ha avuto inizio dall’incontro col Signore. Da un incontro e da una chiamata è nato il vostro cammino verso la consacrazione. E in quel primo «sì» al Signore avete avvertito la presenza e la vicinanza di tutto il popolo di Dio.
Ai nostri giovani presentiamo Gesù Cristo, la Sua forza e il fascinoso mistero della sequela: non vergogniamoci della nostra vocazione. «Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!» affermava Santa Caterina da Siena (Lett. 368).
E Papa Francesco nell’Angelus del 14 agosto 2016 affermava: «La Chiesa non ha bisogno di burocrati e di diligenti funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall’ardore di portare a tutti la consolante parola di Gesù e la sua grazia. Questo è il fuoco dello Spirito Santo. Se la Chiesa non riceve questo fuoco o non lo lascia entrare in sé, diviene una Chiesa fredda o soltanto tiepida, incapace di dare vita, perché è fatta da cristiani freddi e tiepidi. Ci farà bene, oggi, prendere cinque minuti e domandarci: “Ma come va il mio cuore? È freddo? È tiepido? È capace di ricevere questo fuoco?” Prendiamoci cinque minuti per questo. Ci farà bene a tutti».
E in questo tempo così doloroso a causa delle tante guerre che distruggono e impoveriscono l’umanità intera, impegniamoci a rispettare ogni persona: preghiamo perché tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione. Sentiamo il grido di coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della violenza, del terrorismo o della guerra in Terra Santa, tanto amata da san Francesco, in Ucraina, nell’intero Medio Oriente e in tutto il mondo.
«Sommo, glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio e dammi fede retta, speranza certa e carità perfetta, senno e conoscenza, o Signore, affinché adempia il tuo santo e verace comandamento. Amen». (San Francesco d’Assisi)
Chiediamo a Dio, fratelli e sorelle, la grazia di non chiudere gli occhi e di non indurire il cuore di fronte alla Luce che è Cristo, Luce che risplende nelle fitte tenebre che avvolgono il mondo…e in tanti cuori affranti e desolati.
Sia lodato Gesù Cristo!