LA FEDE NELLA CROCE DI CRISTO

Riflessione in occasione dell’apertura delle porte di Cristo alla Croce. Ispica Ss. Annunziata
07-04-2023

Giorno di dolore e di sofferenza per tutti quelli che credono nella potenza dell’amore di Gesù perché oggi, carissimi fratelli e sorelle, carissimi amici noi facciamo profonda memoria del dolore di Cristo, delle sue cadute, facciamo memoria della nostra salvezza perché dalle sue piaghe e per le sue ferite noi siamo stati salvati e siamo stati redenti. Questa è la fede dei cristiani che riconoscono nella croce di Gesù il segno della potenza misericordiosa di Dio.

«Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire»: è questo il grande insegnamento di Cristo crocifisso, è questo il grande insegnamento che i cristiani nel corso dei secoli hanno accolto con gioia e con fede. È il dolore di Cristo, carissimi amici, che nei momenti di grande sofferenza ci sostiene e nel suo dolore vogliamo contemplare la sofferenza di tante persone ammalate o afflitte, il dolore di chi soffre spiritualmente e moralmente, di chi ogni giorno versa lacrime di dolore. Le nostre lacrime sono le lacrime di Cristo così come le lacrime di Cristo sono le nostre. Quanta sofferenza nel mondo oggi ma non solo nella vita degli altri ma anche nella nostra vita, nei nostri comuni, nelle nostre case: per questo noi ricorriamo a Cristo Gesù che ci ha redenti, ci ha salvati e come Buon samaritano diventa nostro compagno di viaggio.

Il Venerdì Santo, carissimi amici, ci ricorda anche che siamo in attesa   del primo giorno della settimana. La vostra presenza qui, la vostra partecipazione, la vostra fede è già anticipo di resurrezione: siete il segno della resurrezione.

La fede che ho riscontrato qui ad Ispica è il segno della nostra rinascita perché per tutti arriva il giorno della resurrezione, giunge la fioritura della vita: coltiviamo la nostra speranza. Ieri e oggi ho potuto contemplare la vostra fede, la fede di tanti ragazzi che continuano a sperare, a credere in Gesù perché voi, cari ragazzi e cari giovani, non siete il futuro, non siete il nostro domani, voi siete l’oggi della Chiesa. Riponiamo tanta fiducia nella vostra fede, nel vostro operato come nella fede e nell’operato di tante giovani famiglie che oggi ho incontrato.

Animati da questa speranza allora vogliamo accompagnare Cristo alla croce, vogliamo far nostro il suo dolore perché Lui condivide le nostre sofferenze, le nostre lacrime e di questo noi ne siamo certi.

Questa è la nostra fede, questa è la nostra speranza: il dolore di Cristo, un dolore che accompagna la nostra vita. Sostenuti dall’esempio di San Giovanni Bosco e di San Giovanni Paolo II camminiamo per fare di questa nostra chiesa di Noto un giardino di fede, speranza e carità.

E picciotti
…cruci

E picciotti
…cruci

E picciotti
…cruci