«NOI SIAMO NEL CUORE DI DIO»

Omelia nella Santa Messa per la riapertura della Chiesa del Santissimo Crocifisso
09-05-2023

Fratelli e sorelle

carissimi don Alessandro, don Davide, Padre Francesco e diacono Enzo, confratelli tutti nel sacerdozio, signor sindaco e distinte autorità civili e militari, con grande gioia stasera riapriamo questa augusta chiesa del Santissimo Crocifisso nel piano alto di Noto, tempio che ritrova il suo antico splendore.

La sua magnificenza e bellezza barocca, progettata con cura dall’architetto Rosario Gagliardi, si impone allo sguardo di tutti già da lontano. Un tempio che campeggia, direi quasi superbamente, su tutta Noto! Questo luogo santo riapre al culto come segno della presenza del Signore e come spazio di fraternità.

«Ecco la dimora di Dio con gli uomini» (Ap 21,3). Con queste parole forti e vibranti del Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, ascoltate nella Prima lettura, desidero essere, questa sera e in questo luogo, come Pastore della Chiesa netina, eco di quella voce che uscì dal trono che annuncia la presenza del Dio vivente.

La Chiesa è il luogo privilegiato in cui incontriamo il Signore; prima di iniziare la santa Messa, nel tabernacolo presente all’interno dell’artistica Cappella Landolina finemente decorata, abbiamo deposto la presenza Eucaristica di Gesù che rende reale e divina questa dimora sacra.

La promessa dell’Apocalisse si realizza nella comunità cristiana, nella chiesa, nella vostra comunità parrocchiale, quando si accoglie Dio nella vita quotidiana, nella ferialità dell’incontro con Gesù che rende bella la nostra esistenza e giornata terrena. Abbiamo la certezza che Dio viene ad abitare in mezzo a noi, che è con noi, che ci accompagna nel cammino della vita con la tenerezza della sua infinita misericordia.

Come la nuova Gerusalemme è simbolo della comunione del popolo con il suo Dio, così anche questa chiesa diventi segno di comunione del popolo con Gesù, autore della vita, che venerate col titolo di «Crocifisso», colui che dona la vita per tutti.

Dio e il popolo si appartengono completamente. Noi siamo nel cuore di Dio che si prende cura di noi: siamo suoi figli. L’immagine commovente dell’Apocalisse ci dice questa paternità e maternità di Dio che è disposto ad asciugare ogni lacrima dai nostri occhi, a ridare speranza alla nostra vita, a riportare la serenità nei cuori e togliere ogni affanno che ostacola e impedisce la gioia di vivere.

Colui che fa nuove tutte le cose, vuole essere accolto nella nostra vita di battezzati in cammino; il cuore del Padre vuole battere all’unisono con il cuore di noi figli. Il suo è un amore manifesto, che raggiunge tutti, non esclude nessuno, è un amore direi proprio cattolico, cioè universale. Per questo motivo siamo chiamati a spandere il profumo della grazia con ogni persona che incontriamo sul nostro cammino,

Siamo custodi come Maria del sogno di Dio: un tabernacolo vivente la madre di Gesù che ha reso la sua vita tempio del Signore.

Maria, ha serbato la Parola di Dio nel suo cuore, ha osservato la sua parola e in lei si è realizzata la promessa fatta ai padri.

Anche noi, cari amici, siamo chiamati a realizzare la promessa di Dio. In che modo? «Come è possibile tutto questo?» (Lc 1,34). Accogliendo lo Spirito Santo, permettendo che la potenza dell’Altissimo stenda la sua ombra. Il potere umano, le nostre prepotenze, devono cedere il posto al potere dell’amore, le nostre ombre devono lasciarsi avvolgere dall’ombra dello Spirito. Il Padre, come per Maria, ci ripara con la sua ombra dal male e dal peccato, ci riabilita come figli e ci toglie ogni sterilità. «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1, 37).  E così anche noi, possiamo portare nel grembo dell’esistenza umana, Gesù Signore e maestro, che parla al cuore dell’uomo e vuole incoraggiarlo dinanzi ai turbamenti della vita, vuole sorreggerlo nei momenti di fatica, vuole confermarlo nei dubbi esistenziali, lo vuole liberare dal male. Diventiamo tutti Dio che visita la vita degli altri. Così la Parola di Dio prende carne nella nostra vita personale e nella vita della comunità. Aiutiamoci a scoprire la visitazione di Dio nella nostra vita.

Maria, come ogni madre, ci tiene in braccio e ci sostiene. Contempliamo con questa fede l’artistica, famosa e antica statua marmorea della Madonna Bianca di Francesco Laurana, proveniente da Noto antica.

La chiesa, come Maria, è chiamata a tenere in braccio il Signore, a mostrare la tenerezza del bambino con la forza e il coraggio della madre. La chiesa, come Maria, è chiamata a tenere in braccio gli uomini e le donne del nostro tempo che hanno bisogno di essere ascoltati, aiutati, accompagnati e orientati al bene. Per fare questo, cari fratelli e sorelle, ci vuole il cuore della madre e la forza dei leoni, come quelli di origine romana che si trovano in questa chiesa, provenienti dal Monte Alveria.

Questa chiesa del Santissimo Crocifisso sia tempio vivo, illuminato dalla Parola di Dio, ascoltata e condivisa; sia tempio vivo edificato dalla carità fraterna: coltiviamo sentimenti di amorevole pazienza gli uni verso gli altri.

Siete stati accompagnati da santi pastori che vi hanno testimoniato e annunciato la gioia del vangelo: padre Mansueto, padre Caccamo, padre Fortuna, padre Bellomia e padre Lantieri. A loro va la nostra gratitudine e preghiera. Ora con i vostri sacerdoti continuate questa storia di vita cristiana e di vangelo vissuto.

Questo luogo che custodisce la Santa Spina del Cristo Crocifisso ci ricordi sempre che siamo salvati da Lui, dal sangue versato sulla croce, che siamo redenti per la passione di Cristo; ci ricordi che la Passione di Gesù deve illuminare ogni nostra passione per custodire integra la grazia del Battesimo, e poter diventare «adoratori in spirito e verità».

«O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre
del cuore mio.
Dammi una fede retta,
speranza certa,
carità perfetta
e umiltà profonda.
Dammi, Signore,
senno e discernimento
per compiere la tua vera
e santa volontà».

(San Francesco di Assisi)
Amen.