Ci siamo ritrovati in queste ore, sicuramente, tra amici e parenti a discutere sulle sorti del nuovo anno perché animati dalla speranza di un futuro migliore. Così come è consuetudine alla conclusione di un anno abbiamo detto: «il prossimo sarà diverso». E cosa desideriamo, carissimi fratelli e sorelle, da questo nuovo anno che è appena iniziato. Siamo alle prime ore, siamo all’alba del 2025 e che per grazia di Dio sarà un anno giubilare, un evento in cui ciascuno di noi dovrà compiere un percorso volgendo lo sguardo al Signore: «Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore» (Sl 89,12)…
È Natale ed è grande oggi la nostra gioia perché celebriamo la nascita del Messia, il Salvatore del Mondo. Il Bambino «avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia» è il cuore del mondo e il Signore della storia!
Augurare un santo Natale significa fare spazio nel cuore di tutti noi per Gesù, l’Amico, il Maestro, il Signore, il Redentore e il compagno di viaggio. È augurare che con Gesù la vita si trasformi, la vita possa diventare migliore, la vita possa diventare sempre più, per tutti noi, piccoli e grandi, un vero e unico capolavoro. Perché ogni vita, carissimi, è un capolavoro. La vita di tutti. Anche la vita di coloro che soffrono, che subiscono violenza. Loro portano i segni della passione di Gesù. Augurare, allora, un «santo» Natale, significa, che regni ovunque la felicità perché solo in Gesù e con Gesù troviamo il segreto della vera gioia che non muore mai…
Alle ore 19,17 di questa sera Papa Francesco ha aperto la Porta Santa. Varcando la soglia della Porta più famosa di tutto il mondo s’è fatto pellegrino di speranza. Ha indicato la via. Tocca a noi seguire Pietro che ci conferma nella fede.
Carissimi fratelli e sorelle, amati sacerdoti e seminaristi, religiosi e religiose, popolo santo di Dio, in questa notte di un natale giubilare vi porto la pace del Bambino di Betlemme, purtroppo non più terra di fraternità universale ma spazio doloroso di guerra inutile inaudita.
Carissimi fratelli e sorelle, confratelli sacerdoti, seminaristi e religiose, fedeli laici che ci seguite via social, esprimiamo sentimenti di gratitudine al Signore delle Misericordie per il dono di Santa Lucia, donna di speranza che ha creduto ed ha amato pienamente Cristo Sposo, vergine della fede che è andata incontro al Signore della vita con la lampada accesa.
Ringrazio S.E. Mons. Francesco Lomanto, padre e pastore di questa augusta chiesa apostolica per la fraterna amicizia nella memoria degli anni nisseni vissuti insieme. Amicizia rinsaldata dalla pienezza dell’ordine e di un sempre più sentire pastorale che accomuna filialmente la chiesa netina a quella siracusana.
Giorno di festa e di giubilo ai piedi di Maria Santissima Scala del Paradiso per tutta la Chiesa netina e per il diacono Andrea Bonomo che oggi viene ordinato Sacerdote della Chiesa di Dio.
Un carissimo saluto alla cittadinanza di Ispica e a quanti si trovano in questo tempio provenienti da ogni parte della Diocesi o collegati con i social, alle autorità civili e militari, al Signor Sindaco, alla Comunità del Seminario, animatori e amati seminaristi, alla Comunità parrocchiale Madonna delle Grazie di Ispica, ai familiari e ai parenti di Andrea, al papà Raffaele, alla mamma Giorgia e alla sorella Vania, nel giorno del suo compleanno, ai diaconi e ai religiosi, ai nostri fratelli ammalati, ai carissimi e stimati sacerdoti, in modo particolare, a quelli che hanno coltivato il germe della vocazione nel cuore di Andrea e ne hanno curato la formazione fin dal primo momento…
Contempliamo la Vergine Maria come «Madre di Misericordia», Madre di Colui che da sempre ci ama e ci consola. San Giovanni Paolo II, a proposito di Maria Madre di Misericordia scriveva: «in questo titolo c’è un profondo significato teologico, poiché esso esprime la particolare preparazione della sua anima, di tutta la sua personalità, nel saper vedere, attraverso i complessi avvenimenti di Israele prima, e di ogni uomo e dell’umanità intera poi, quella misericordia di cui “di generazione in generazione” si diviene partecipi secondo l’eterno disegno della Ss. Trinità» (DM 9).
Riflettiamo su quella “misericordia” che sta al centro della Rivelazione che Dio ha voluto fare gratuitamente di Se stesso, e che – come ha detto Maria – «si stende di generazione in generazione». E noi oggi confermiamo il dono e la presenza della Sua Misericordia.
Carissimi fratelli e sorelle
ringraziamo la Vergine Maria, perchè anche qui, a Rosolini, vuole indicare ai suoi figli e alle sue figlie la via per raggiungere il Paradiso; la fanciulla di Nazareth a ciascuno di noi regala un pezzo del Suo Cuore Immacolato per renderci partecipi della bellezza della Grazia.
A Lei affidiamo le famiglie di Rosolini, i ragazzi, gli ammalati, la comunità cristiana, gli uomini e le donne di buona volontà e quelli che attraversano la stagione della sofferenza, del malessere spirituale e del non-senso. Lavorare per il bene della collettività rosolinese non è vocazione di pochi: ma di tutti. Perché Rosolini non appartiene a pochi. Rosolini è di tutti. E deve tornare ad essere di tutti.
Carissimi fratelli e sorelle
ci ritroviamo in questa meravigliosa Chiesa dedicata a Santa Maria di Betlemme, ai piedi del simulacro di Maria SS.ma Scala al Paradiso e a Lei chiediamo umilmente, immersi nelle tenebre, il dono della «luce vera quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Vogliamo fare ritorno a Betlemme, spiritualmente perché impediti fisicamente e, con Lei, chiedere al Signore misericordioso, il dono della pace: per noi, le nostre famiglie, le nostre città e il mondo intero.
Non sappiamo se la Vergine Maria fece mai ritorno a Betlemme…con il cuore di Madre crediamo di si… ma ora in punta di piedi Le chiediamo di ripercorrere la stessa strada con noi.