Gentilissimo Signor Sindaco, dottor Corrado Figura, Signor Presidente del Consiglio Comunale, Dott. Pietro Rosa, signori assessori, consiglieri comunali, dirigenti e personale del comune di Noto, grazie per la calorosa e familiare accoglienza, di oggi e dello scorso 18 marzo, giorno della mia consacrazione episcopale e dell’insediamento nella nostra bella città e diocesi di Noto. Vi sono grato per le parole che mi sono state rivolte a nome dell’amministrazione, del consiglio comunale e di tutti i netini. La mia prima visita nel Palazzo di città vuole significare sentimenti di gratitudine e stima e la piena collaborazione della chiesa nella custodia e nel progresso della città…
Distinte Autorità, vi saluto con sincero rispetto e, se mi è consentito, con sentita cordialità. Ringrazio per la sensibilità dell’invito a partecipare al Consiglio Comunale.
Modica è la prima tappa della mia visita pastorale nella Diocesi che Papa Francesco ha voluto affidare alle mie cure pastorali. Il mio è un inizio. Voglio capire meglio il contesto, le risorse e le difficoltà del nostro territorio – articolato in centro abitativo e zona rurale – e mi sento arricchito interiormente perché già mi sento uno di voi.
Le condizioni socioeconomiche della città – che condivide la fragilità dell’intero territorio siciliano – fanno registrare diffuse situazioni di precarietà nella vita delle famiglie, il cui riflesso è motivo di impegno della Chiesa modicana. In ambito prettamente sociale Modica è senz’altro una realtà multietnica e multiculturale, dove la presenza del flusso migratorio occupa una parte importante, pur conoscendone la fatica della integrazione…
Giorno di dolore e di sofferenza per tutti quelli che credono nella potenza dell’amore di Gesù perché oggi, carissimi fratelli e sorelle, carissimi amici noi facciamo profonda memoria del dolore di Cristo, delle sue cadute, facciamo memoria della nostra salvezza perché dalle sue piaghe e per le sue ferite noi siamo stati salvati e siamo stati redenti. Questa è la fede dei cristiani che riconoscono nella croce di Gesù il segno della potenza misericordiosa di Dio.
Nel libro di Giobbe, carissimi fratelli e sorelle, si legge: «Io lo so che il mio Redentore è vivo e che ultimo di ergerà sulla polvere». Giobbe centinaia di anni prima della nascita e della morte di Cristo, «vede» la Sua resurrezione. Questa è la fede di un uomo che sa guardare oltre e che vede il giorno di Cristo, non solo la sua morte ma anche la sua resurrezione. «Io lo incontrerò da amico, da familiare e da confidente». In queste ore, carissimi fratelli e sorelle, abbiamo ricordato la passione di Gesù, la sua sofferenza, il suo patire, la sofferenza fisica e spirituale, il sentirsi rinnegato e tradito dai suoi amici.
Sento il profumo della Grazia Divina spandersi e riempire di gioia e misericordia evangelica i cuori oranti del Popolo Santo di Dio che, nella ritrovata Bellezza di questa nobile e Santa Casa del Signore, oggi accoglie il Suo Pastore, per volere dell’Onnipotente, per l’azione santificante della preghiera consacratoria e la potenza umile e preziosa del Sacro Crisma che tutti ci rende figli dell’unico Padre e, con quanti sono stati scelti da Lui, fratelli nel sacerdozio. Nell’innalzare il canto della gratitudine obbediente e filiale, togliendo i calzari della mia fragilità e della mia piccolezza, mi inchino con animo adorante al Dio dei Patriarchi e dei Profeti, degli Apostoli e dei Santi, dei piccoli e degli ultimi di ieri e di oggi e Lo ringrazio per avermi chiamato alla vita e scelto, senza alcun mio merito, ad essere Sacerdote di Cristo e ora, nella pienezza del Sacramento, apostolo e missionario del Suo Vangelo.
Da quella «stanza al piano superiore» nel cuore di Gerusalemme esco per camminare con i fratelli e le sorelle che il Signore oggi mi affida in questa straordinaria terra netina, ricca di fede, santità e operosa carità. A Colui che tutto muove in ogni senso e senso dà al nostro pellegrinaggio sulla fugace scena di questo fragile mondo, affido il mio Ministero episcopale perché sia segno visibile della Sua premura e della Sua materna Misericordia, ancòra di salvezza per tutti, per chi professa la fede in Gesù Cristo e per coloro che credono di non meritare il Suo Sguardo amorevole e il Suo perdono. Eminenza Reverendissima, Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo emerito di Palermo e già Nunzio Apostolico in Italia; Eccellenza Reverendissima Giambattista Di Quattro, Nunzio Apostolico in Brasile; Eccellenza Reverendissima, Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta, che mi ha scelto come suo collaboratore in molti ambiti della vita pastorale dell’amata Chiesa nissena, mia madre e oggi, con l’Imposizione delle sue mani e la preghiera consacratoria mi ha consacrato vescovo e guida di questa Chiesa locale; Eccellenze Reverendissime e vescovi conconsacranti, Mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo Metropolita di Siracusa, Mons. Giuseppe La Placa, Vescovo di Ragusa, compagni di studi e di vita seminaristica con cui ho condiviso i giorni più belli della prima giovinezza nell’amato Seminario Vescovile di Caltanissetta; Mons. Antonio Staglianò, mio predecessore che mi ha accolto nella città di Noto; Eccellenza Reverendissima Mons. Melchisedec Sikuli Paluku, Vescovo di Butembo-Beni; Eccellenze Rev.me Mons. Giuseppe Malandrino e Mariano Crociata, Vescovi emeriti di Noto; Eccellenze Rev.me Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina e Mons. Angelo Giurdanella, Vescovo di Mazara del Vallo e figli di questa Chiesa…